Chirurgia addominale

VARICOCELE

Per varicocele, si intende una dilatazione delle vene del testicolo, o più precisamente del principale circolo venoso del testicolo (la vena gonadica) che provoca una compromissione circolatoria locale del testicolo causando, a volte, un danno al testicolo ed alla produzione degli spermatozoi. Esso può essere diagnosticato casualmente e pertanto risultare asintomatico, oppure a causa di una forte sintomatologia dolorosa del testicolo, soprattutto in seguito ad uno sforzo, quando si sta molto in piedi, oppure per indagini eseguite in seguito ad infertilità. La visita ed una eventuale ecografia testicolare con ecocolordoppler, nei casi dubbi, rendono agevole la diagnosi. Un esame del liquido seminale è sempre necessario per verificare se c’è una alterazione, che è presente nel 70-80% dei casi. Non sempre il varicocele deve essere sottoposto ad intervento chirurgico, tuttavia i casi più frequenti sottoposti ad intervento chirurgico sono quelli in cui vi sia una alterazione del liquido seminale, forte ed insopportabile dolore testicolare, alterazione della struttura testicolare nello sviluppo puberale. Esistono dei casi in cui il varicocele non provoca danno rilevante della fertilità e quindi si può semplicemente seguire nel tempo.

ERNIA INGUINALE

Per ernia si intende la fuoriuscita di un viscere (cioè di un organo interno in una cavità corporea – ovvero grasso intestinale oppure piccolo intestino), o di parte di esso, dalla cavità naturale che normalmente lo contiene.
Nello specifico la dizione di ernia inguinale (circa l’80% dei casi) si riferisce alla fuoriuscita di viscere dalla porta erniaria localizzata nella regione inguinale. Nei casi più importanti è chiaramente visibile come una grossa tumefazione localizzata a livello dell’inguine o di entrambe. Uno dei sintomi sentinella dell’ernia inguinale è il dolore, nonostante la tumefazione possa non essere visibile. L’ernia inguinale colpisce prevalentemente gli uomini che ne soffrono da 7 a 10 volte di più rispetto alle donne soprattutto in relazione alle differenze anatomiche relative al canale inguinale, una sorta di condotto che collega l’addome con l’esterno, attraversando a tutto spessore la parete addominale. L’ernia inguinale rappresenta una delle patologie più frequenti al mondo, così come l’intervento di ernioplastica rappresenta una delle procedure chirurgiche più diffuse. L’ernia inguinale insorge soprattutto negli adulti di mezza età ma può colpire anche bambini ed anziani, e soprattutto il lato destro anche se può essere frequentemente bilaterale. L’ernia inguinale potrebbe non dare segni; il dolore tuttavia in alcuni casi può essere tanto pungente da renderlo quasi insopportabile associandosi inoltre ad un senso di pesantezza che può irradiarsi al testicolo. Riposo e stare distesi allevia immediatamente i sintomi. L’ernia inguinale non deve essere sottostimata perché in alcuni casi può essere responsabile di perforazioni, strangolamenti, intasamenti che possono esitare in gravi peritoniti. Per questo motivo richiede un intervento chirurgico. L’ernia non può più regredire spontaneamente e nessun farmaco può risolvere la patologia.
Il trattamento conservativo, utile quando l’intervento chirurgico è controindicato, prevede l’utilizzo del cinto erniario, sostituito oggi da mutandine elastiche che fungono da cinto. Pertanto l’unica soluzione è l’intervento chirurgico. L’operazione, ormai, viene eseguita in regime di day hospital con anestesia locale oppure spinale e già dopo pochi giorni il soggetto può riprendere le normali attività quotidiane. Nella maggior parte dei casi si applica sottocute una piccola protesi (una retina di polipropilene o altri materiali) che ha il compito di contenere il viscere.

ERNIA OMBELICALE

Prende il nome dalla cosiddetta porta attraverso la quale visceri ed intestino si fanno strada. Identificata come un gonfiore localizzato nella regione ombelicale, può essere associata a dolore ed in questo caso il trattamento deve essere urgente, in quanto potrebbe sussistere una strozzatura con conseguenze anche gravi.

Nel neonato come nell’adulto, l’ernia ombelicale viene diagnosticata facilmente poiché si evidenzia un certo gonfiore che aumenta di volume con sforzi quali la tosse o il pianto per i bambini

Mentre nel bambino l’ernia ombelicale guarisce spontaneamente entro il primo anno o comunque entro i 4 in modo indolore, nell’adulto, l’unica terapia è quella chirurgica, non esistendo regressione naturale della patologia.

Può essere realizzato anche in anestesia locale, con ricovero di poche ore, con conseguente rapida ripresa postoperatoria. L’intervento prevede eventualmente l’inserimento di sottili protesi quali reti o fili per contenere il sacco erniario.

IDROCELE

L’ingrossamento di uno o di entrambi i testicoli, a causa di eccessivo accumulo di liquido dentro la membrana che avvolge il testicolo, viene definito idrocele. Molto frequente come disturbo, L’idrocele è un disturbo abbastanza comune, soprattutto nei neonati, che tende a scomparire autonomamente entro il primo anno di vita. Non è causa di grandi problemi e le cure risultano piuttosto semplici. Può essere congenito oppure ipoteticamente associato ad una ernia congenita, che permette il passaggio di una piccola parte di intestino nel canale intestinale e a volte nello scroto.
Può essere il risultato di infezioni che alterano la normale fisiologia degli organi sessuali e, dunque, anche della produzione del liquido che finisce con l’accumularsi all’interno dello scroto. L’infiammazione dell’epididimo o del testicolo provocano un’iperproduzione del liquido, che non riesce più a essere riassorbito completamente esitando nell’ingrossamento facilmente diagnosticabile anche visivamente. L’idrocele compare di solito in individui adulti maggiori di 40 anni e, in qualche caso, entro il primo anno di vita (in questo caso l’idrocele tende a scomparire spontaneamente).
Il rigonfiamento di uno o di entrambi i testicoli a volte può essere l’unico sintomo. L’idrocele deve essere necessariamente sottoposto ad intervento l’intervento chirurgico, preferibilmente in anestesia locale, totale o spinale e ha una durata di circa 15-20 minuti. L’idrocele può essere asportato anche tramite aspirazione del fluido per via percutanea attraverso l’utilizzo di una normale siringa. Questo tipo di procedura, però, aumenta i rischi di infezioni e di recidive, molto più rare nell’operazione chirurgica. Dopo l’operazione potrebbe essere necessario indossare un sospensorio per qualche tempo e fare impacchi con ghiaccio nelle 24 ore successive all’intervento.

ERNIA CRURALE

L’ernia crurale si manifesta, quale tumefazione, più frequentemente nel sesso femminile ed in età adulta. Localizzata in una posizione, detta crurale o femorale,  più inferiore rispetto alla piega inguinale, si manifesta a causa della debolezza della regione. Il sintomo preponderante è il dolore spontaneo anche intenso. La terapia dell’ernia crurale è esclusivamente chirurgica e necessita di un intervento che prevede nei casi standard, un’anestesia locale ed un incisione a livello della regione crurale o inguinale. Anche in questo caso dei punti di sutura possono risolvere prontamente la patologia oppure bisogna ricorrere, come nel caso dell’ernia inguinale, a delle reti protesiche. La degenza è in regime di day hospital senza gravi complicanze correlate.

LAPAROCELE

Il laparocele è un’ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento chirurgico addominale. Può anche essere il risultato dell’obesità o di sforzi fisici che provocano un indebolimento muscolare dell’addome. Il problema può essere risolto con un intervento chirurgico eseguito in modo tradizionale o per via laparoscopica.

Il cedimento della parete muscolo-fasciale rende visibile un gonfiore che compare in corrispondenza della cicatrice chirurgica.

I fattori che possono causare un laparocele sono età avanzata, sovrappeso, obesità, deiescenza della ferita, tipo ed estensione dell’incisione chirurgica, bronco pneumopatie cronico-ostruttive. Il laparocele è più frequente quando le incisioni sono di maggiore estensione.

Le complicanze del laparocele, quale lo strozzamento, possono richiedere un intervento chirurgico d’urgenza.

Può essere asintomatico, visibile senza dare alcun disturbo, oppure causare dolore puntorio, soprattutto in seguito a sforzo fisico prolungato, colpi di tosse o sforzo fisico per evacuare.

Fondamentale è prevenire il laparocele, limitando gli sforzi nelle settimane e mesi successivi all’intervento, soprattutto quando la ferita è più estesa. Utile potrebbe essere praticare esercizi fisici riabilitativi che abbiano come scopo il rafforzamento dei muscoli addominali. I trattamenti chirurgici, normalmente in anestesia generale, prevedono o una incisione chirurgica della stessa cicatrice con il posizionamento di una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello rinforzare la parete in cui si era verificato il cedimento dei tessuti che lo ha provocato, oppure con la  chirurgia laparoscopica, utilizzando 3 o 4 piccole incisioni chirurgiche addominali. Questa opzione viene preferita in caso di laparocele di piccole dimensioni.

EMORROIDI

Le emorroidi sono gavoccioli vascolari. Scientificamente vengo definiti quali “shunts” o “by-pass” artero-venosi,. Normalmente questi rientrano nella tipica costituzione dell’ano. A causa di stipsi, diarrea possono esitare nella sintomatologia dolorosa tipica o in emorragie rettali, talvolta anche copiose. Non sempre la chirurgia è l’unica soluzione per le emorroidi sintomatiche. Esiste infatti la terapia medica basata sull’assunzione di lassativi e flavonidi, creme interne, cortisonici, la terapia a base di iniezioni sclerosanti, la legatura elastica, la crioterapia ed infine la terapia chirurgica classica soprattutto nei prolassi completi o nelle forme refrattarie a qualsiasi altra terapia. La terapia chirurgica classica si basa sull’asportazione dei gavoccioli emorroidari con incisione e legature delle stesse. Altro metodo attualmente molto in uso è la tecnica che prevede l’utilizzo di una suturatrice meccanica detta di “Longo”. Il dolore postemorroidectomia attualmente risulta molto ben controllabile grazie a farmaci anestetici locali di ultima generazione.

RAGADE ANALE

La “ragade anale” è un taglio o  piaghetta che si può verificare in corrispondenza del margine anale, in genere sulla linea mediana posteriore, area di maggiore lassità della parete definita triangolo di Brick. Questa pieghetta è spesso motivo di ipertono e stenosi anale, intenso dolore e rettorragia, per cui la cura primaria corrisponde nella riduzione dell’ipertono grazie a pomate vasodilatatrici a base di trinitroglicerina allo 0,2% od allo 0,4%, pomate a base di nifedipina o a dilatatori anali che rilasciano lo sfintere in maniera progressiva. Qualora sia necessario l’intervento chirurgico a causa del dolore insopportabile, si procede alla  sfinterotomia laterale interna, ossia nella sezione controllata, di minima dello sfintere anale interno. Questo facilita il rilasciamento dell’ipertono anale e la scomparsa della sintomatologia dolorosa.

SINUS PILONIDLIS – CISTI SACROCOCCIGEA

Il sinus pilonidalis è una malattia di pertinenza“dermatologica” e come tale va trattata, con escissioni e suture multiple sulla linea mediana posteriore della regione sacro-coccigea. Gli interventi chirurgici tendono a non andare sempre a buon fine, visti i numerosi casi di recidiva, tuttavia un’attenta distribuzione dei punti di sutura e la completa asportazione della porzione interessata facilitano la guarigione. La guarigione avviene nei 15-20 giorni successivi. Una delle metodiche più attuate ai giorni nostri è la “plastica a Z”. Le detersioni e le frequenti medicazioni aiutano il paziente a guarire più rapidamente.